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sabato 6 settembre 2014

Un pomeriggio di domande e pomiciate



Di strada, nel suo viaggio pieno di peripezie, Nina ne dovrà fare tanta, lo sappiamo tutti.
Però é bello scoprire ogni giorno dei piccoli grandi progressi, che ci rincuorano e ci danno la forza per cercare di dare il meglio.
Che la Microba sia sempre "sul pezzo" lo sappiamo da tempo, ma riesco ogni volta a stupirmi dei voli pindarici, dei collegamenti arditi, delle associazioni sbalorditive che riesce a fare il suo cervello nonostante l'atrofia corticale.
Niente da Premio Nobel, sia inteso, ma segnali che la tipina é molto attenta e partecipe e fa lavorare le sue sinapsi a pieno ritmo.
Probabilmente se fossimo stati in una situazione "standard" non me ne sarei nemmeno accorta, ma il fatto che la nostra partenza sia stata molto in salita, fa sì che come genitori siamo diventati molto attenti ad ogni minimo dettaglio, a segnali di ripresa e recupero anche infinitesimali.
Veniamo al punto:
Oggi pomeriggio ho portato le bimbe al cinema. Ci andiamo spesso, Nina é abituata a seguire tutto un cartone, anche di quelli un po' più impegnativi (ad esempio quelli di Miyazaki) ma non ho idea se effettivamente riesce a cogliere tutto il senso di quelli più complessi, ma oggi ne ho avuta la conferma.
Guardavamo Dragon Trainer 2, storia di vichinghi e draghi, quando ad un certo punto muore il papà del protagonista.
Niente di truculento, anzi. Il grosso e barbuto vichingo rimane sotto una valanga di ghiaccio, il figlio e la moglie lo tirano fuori, lo abbracciano, si scambiano un paio di tristi sguardi e poi l' attenzione viene sviata su un drago; nessuno dice che il corpulento babbo sia morto, anzi, potrebbe benissimo darsi che sia ferito o svenuto. 
Cambio di scena: tramonto, nave con il feretro (non visibile) che parte sul mare liscio come l'olio, il figlio (triste) scocca una freccia incendiaria verso la nave, secondo il tradizionale funerale vichingo.
A seguire anche gli altri amici lo imitano scagliando i dardi e solo allora si intravede un lenzuolo bianco sul ponte dell'imbarcazione con appoggiato sopra l'elmo vichingo con le corna.
A quel punto, nel silenzio si alza una vocina: " Pecché papà é motto?" ( trad.: perché il papà é morto?).
Ora. 
Vi assicuro che nessuno dei personaggi ha usato questa parola e comunque la situazione era lontana dal tipico clichet della morte da grande schermo (e comunque Nina non ne ha molta esperienza, fortunatamente nemmeno "vera"). 
Il saluto al defunto era molto particolare, seguendo una tradizione antica che può conoscere solo qualcuno più adulto (infatti anche la sorellina di 6 anni poi mi ha chiesto il significato di questa cerimonia così inusuale) ma evidentemente il senso é stato colto anche da un cervello che "sciacquetta" (definizione romanesca dataci dal Neurochirurgo per evidenziare il fatto che l' encefalo fosse un po' più piccolo rispetto alla scatola cranica...) con particolare soddisfazione della mamma.
Insomma, non era una scena palese (ovviamente anche per non turbare troppo il cosiddetto target del cartone, che comunque si colloca su una fascia superiore ai 3 anni di età di Nina) ma lei é riuscita a capire esattamente cosa fosse successo.
Il che mi rende molto contenta e serenamente speranzosa in un suo costante miglioramento cognitivo.
Ma il regalo più bello l' ho ricevuto poco dopo, quando Nina mi ha tirata per la maglietta, chiedendomi di avvicinarmi, poi si é accostata al mio viso, come per chiedermi qualcosa a bassa voce ed invece.... è partita con una super pomiciata!
A bocca chiusa fortunatamente, ma comunque sbavettosa al punto giusto. 
Dentro di me ho riso di gusto, perché mai e poi mai avrei immaginato di impegnarmi in una pomiciatona al cinema...con una delle mie figlie! :-D

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